A Capri, bellissima isola del Mediterraneo, “Madre Natura” non sembra essere l’unica artefice del suo splendore ma anche la mano dell’uomo ha contribuito a rendere celebre l’isola azzurra in tutto il mondo, con ville incantevoli. I Faraglioni, la Grotta Azzurra e il Faro di Punta Carena non sono le uniche meraviglie da ammirare in questo territorio così ricco e suggestivo. Sbarcando a Marina Grande oppure passeggiando nei vicoletti del centro storico, si possono ammirare abitazioni colorate, basse, alte, con le volte a botte, abbracciate da buganvillee in un agglomerato di case diverse tra loro, dalla più umile alla più maestosa.
Sull’isola delle Sirene, però, c’è una villa che, forse più di ogni altra, riflette a pieno la personalità del suo possessore. Stiamo parlando di Villa Malaparte, una delle costruzioni più famose di Capri, voluta fortemente e amata oltre ogni limite da Kurt Erich Suckert, in arte Curzio Malaparte. Scrittore, giornalista, soldato, politico, diplomatico e attore, Curzio Malaparte fu un artista dal temperamento istrionico finito anche in carcere per le sue idee dapprima fasciste e poi estremamente comuniste. Con un grande ascendente sulle donne, alcuni abitanti dell’isola lo ricordano per il suo solito passeggiare con il suo cane Febo.
Quest’uomo dall’animo impenetrabile e schivo pensò Villa Malaparte, una villa costruita a sua immagine, triste, dura, severa, tanto da definirla spesso “Casa come me”.
Villa Malaparte: la storia
Tra Curzio Malaparte e Capri fu amore a prima vista: lo scrittore approdò sull’isola nel 1936 e durante il suo soggiorno presso un amico, in una delle sue passeggiate, restò affascinato dalla bellezza incontaminata di Capo Masullo, un promontorio roccioso lungo 70 metri e largo 15 che affonda nelle acque cristalline di Cala del Fico. Malaparte, a quella vista, decise che lo sperone di pietra sarebbe diventato la sua casa e acquistò il terreno per dodicimila lire dal pescatore caprese Antonio Vuotto. In seguito, si mise in contatto con l’amico Galeazzo Ciano per ottenere la licenza edilizia necessaria per la creazione di un progetto unico e particolare: villa Malaparte. Per realizzarlo scelse l’architetto Adalberto Libera, uno dei massimi esponenti del razionalismo italiano vicino al movimento futurista, con il quale la collaborazione fu molto conflittuale per divergenza di opinioni: Libera avrebbe voluto realizzare una struttura che ben si allineasse con la tipica architettura in stile caprese mentre, Malaparte immaginava un tipo di struttura che lasciasse il segno e che non fosse convenzionale. Curzio Malaparte, quindi, fu il principale ideatore della Villa e per i lavori in muratura incaricò il capomastro isolano Adolfo Amitrano di cui si fidava ciecamente. La prima pietra della Villa fu posata nel 1938 ma le sue porte si spalancarono in modo definitivo solo nel 1940.
Villa Malaparte: gli interni
Villa Malaparte, con le sue pareti in rosso pompeiano, svetta sulla baia di Matermania e gode, per la sua posizione, di una vista da sogno: a sud est è rivolta in direzione della Penisola Sorrentina mentre a sud guarda verso i Faraglioni di Capri e lo scoglio del Monacone. La sua forma a parallelepipedo, che segue l’andamento del promontorio integrandosi in maniera quasi perfetta con l’ambiente, è davvero unica e sorprendente. All’esterno l’abitazione è collegata al mare attraverso scale dallo stile precolombiano, quasi come se fuoriuscisse naturalmente dalle rocce. La gradinata sale fino al tetto-solarium dell’abitazione dove si trova un muretto bianco a forma di vela ondeggiante che serviva non solo a nascondere la canna fumaria, ma anche a proteggere Curzio Malaparte da occhi indiscreti. L’estro creativo dell’uomo, però, raggiunse l’apice nell’arredamento degli interni di Villa Malaparte: la casa si apre su un grande salone dal pavimento in basolato, che lo rende simile a una strada romana. Le pareti sono caratterizzate da quattro grandi finestre incorniciate da legno di noce, quasi a sembrare dei quadri animati che si aprono su panorami diversi a seconda del lato della casa. Grande attenzione viene data al camino del salone dal fondo completamente di cristallo. Questa ingegnosa soluzione lascia non solo intravedere il mare proprio nel momento in cui le fiamme ardono, ma funge anche da segnale per chi passa da quelle parti e da lontano capisce che la casa è abitata. Il “pensatoio”, nome con il quale Malaparte indicava il suo studio, si trova in fondo alla residenza ed è a picco sul mare. Questa stanza era per Ciano quasi sacra: la camera si compone di tre finestre, ognuna con una vista unica, i Faraglioni, Punta Campanella e la linea d’orizzonte tra cielo e mare mentre il pavimento, caratterizzato dal fatto che su ogni maiolica è dipinta una lira, è ispirato ad un tema che Malaparte riprese da uno schizzo di Goethe nel manoscritto del “Viaggio in Italia”. L’edificio è composto da altre tre stanze, da letto, un appartamento per gli ospiti chiamato “l’Ospizio” e “la Favorita”, la camera da letto della compagna del momento. Al tempo della sua costruzione, la casa, destò la curiosità di molti artisti e scrittori dell’epoca che si recarono a Capri per visitarla. Bisogna ricordare, infatti, che a Villa Malaparte soggiornarono personaggi del calibro di Moravia, Elsa Morante, Camus, Picasso e che è stata anche il set per eccellenza di numerosi documentari e film come “Il Disprezzo” di Jean-Luc Godard tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia. La pellicola fu interpretata da Michel Piccoli e Brigitte Bardot che, si racconta, sulle orme del padrone di casa imparò ad apprezzare un piatto tipico isolano; totani e patate.
Villa Malaparte oggi
Per vedere Villa Malaparte bisogna avventurarsi lungo uno dei sentieri nascosti di Capri, il Pizzolungo ma, nonostante il paesaggio lasci senza fiato, dobbiamo segnalarvi che è possibile ammirare la villa solo da lontano. Non è possibile, infatti, visitare Villa Malaparte poiché è stata lasciata in eredità dal proprietario al popolo cinese per rafforzare i rapporti tra Oriente ed Occidente ma gli eredi, in disaccordo con la decisione del congiunto, hanno impugnato il testamento e attualmente è di proprietà della Fondazione Ronchi, veste giuridica dei familiari dello scrittore.
Immagine presa da: it.wikipedia.org/wiki/Villa_Malaparte