Negli ultimi anni si è sentito spesso parlare di Eco musei, ossia di piccoli “ambienti preziosi” in grado di dare asilo alle ricchezze di un territorio e di preservare in sé l’essenza di un particolare luogo della terra. Un Ecomuseo, infatti, è un museo speciale che tutela ed esalta il patrimonio di un territorio nel suo complesso, mirando a cogliere non soltanto l’aspetto più visibile di un posto, e dunque la fauna e la flora di quell’ambiente, ma anche lo spirito del luogo analizzando e preservando usi, costumi e tradizioni che si vanno, purtroppo, perdendo nel tempo. È per questo che un Ecomuseo può essere considerato un “cofanetto” pieno di meraviglie dove turismo verde, turismo culturale e, perché no, anche quello enogastronomico trovano un punto di incontro.
Ma quali sono le caratteristiche di un Ecomuseo?
Questa particolare ed innovativa forma museale è stata concepita per la prima volta in Francia ma di volta in volta e in base al luogo in cui prende forma, trova sempre modi diversi e sorprendenti di rendere giustizia alla storia, alle tradizioni e alla cultura di un determinato luogo. Per un Ecomuseo, inoltre, non si ha bisogno di quattro mura che lo delimitino perché i suoi unici limiti sono il cielo e il terreno che i visitatori calpestano. A differenza di un qualsiasi museo tradizionale, inoltre, un Ecomuseo sembra nascere da una forte necessità, solitamente la necessità di comunità che ha voglia di proteggere la storia del proprio luogo senza impedire al mondo di goderne ma guidando i visitatori alla scoperta di bellissimi tesori senza rovinarli o deturparli. Per questo motivo ogni Ecomuseo non rientra in uno schema fisso perché strettamente legato ad un territorio che avrà, di volta in volta, caratteristiche tipiche. Tuttavia, proprio perché un Ecomuseo non si fonda su canoni e modelli ben precisi, ci si trova spesso di fronte a un vuoto di modelli codificati da cui trarre ispirazione e si corre il rischio di mettere in piedi un progetto capace di utilizzare solo in parte le immense potenzialità di un luogo.
La prima regione ad accogliere un Ecomuseo in Italia è stata la Regione Piemonte incontrando, però, non pochi ostacoli nella realizzazione. Primo ostacolo, tra tutti, è stata sicuramente la vastità del patrimonio da dover valorizzare, dovendo cercare un modo per farlo che non fosse convenzionale e che bene si adattasse alle caratteristiche del posto. In Italia, infatti, gli ecomusei potrebbero avere un gran margine di sviluppo se, gran parte delle potenzialità di questa forma museale, non risultassero ancora limitate ed inespresse dalla poca familiarità con questa innovativa forma di cultura.
Il Piemonte, regione che per prima nel 1995 ha promosso le attività degli ecomusei, oggi ne conta ben tre che consigliamo caldamente di visitare:
- l’Ecomuseo dell’Alta Val Maira che mette in luce non soltanto la bellezza dell’ambiente che è sotto gli occhi di tutti ma anche gli usi, i costumi, le tradizioni e le abitudini di chi l’ha abitata e la abita
- l’Ecomuseo della Terra del Castelmagno che sa raccontare l’identità di questo territorio tenendo conto dell’importanza dei prodotti locali come il formaggio Castelmagno
- l’Ecomuseo dei Feudi Imperiali che mette in risalto il ruolo che gioca la storia, il governo feudale ha lasciato una significativa eredità fatta di arte e di architettura.