Arte e creatività a Seoul: gallerie, quartieri e nuovi spazi culturali

Seoul è una città che cambia di continuo, caratterizzata da un ritmo di vita veloce. L’arte, però, in questa località riesce a prendersi il suo tempo: aspetta negli spazi più istituzionali, si inoltra tra i vicoli dei quartieri storici e salta fuori da caffè che sembrano delle piccole gallerie. Per chi apprezza i musei, la fotografia, il design e la sperimentazione, la capitale coreana è un luogo vivo: non si visita una volta sola, si attraversa più volte, ogni volta con una luce diversa.

Gallerie e musei: come orientarsi

Se si sta cercando una lista di cose da vedere a Seoul, le gallerie e i musei sono un punto di partenza: aiutano a capire come comunicano la tradizione e il contemporaneo e a fissare un perimetro prima di perdersi creativamente. Il percorso ideale comincia dal National Museum of Korea, dove grandi collezioni si alternano a mostre temporanee di livello internazionale.

Accanto ai musei pubblici, spiccano le gallerie private, spesso inserite in edifici di architettura notevole e con programmi che tengono il passo con le capitali d’arte più influenti. Vale la pena dedicare una giornata piena a questa esplorazione: la mattina nei musei, il pomeriggio tra gallerie, con una pausa in uno dei tanti bookshop che sono a tutti gli effetti spazi espositivi in miniatura.

I quartieri creativi da vivere a piedi

Per capire davvero Seoul bisogna camminare. Un luogo in cui la tranquillità del passato incontra sale espositive luminose è Samcheong-dong, che si trova tra case tradizionali e angoli dal carattere moderno. Poco più in alto, nei vicoli di Bukchon, le hanok ospitano residenze d’artista e atelier, in cui l’arte non si guarda soltanto, si sfiora.

Spostandosi a est, Seongsu-dong è la prova vivente di come l’industria possa rinascere in chiave creativa: vecchi magazzini sono stati trasformati in studi fotografici, in concept store e centri culturali, con mostre che durano un fine settimana. A ovest, Hongdae e Yeonnam-dong mescolano street art, performance improvvisate, spazi espositivi indipendenti e piccole scuole di design. È l’area più giovane e sperimentale, quella in cui capita di entrare per un caffè e uscire con un catalogo d’arte in mano.

Infine, Euljiro e Mullae descrivono una Seoul che diventa sempre più creativa. Un confine tra luogo di lavoro e spazio culturale che si assottiglia. Chi ama il design fatto di materiali e processi trova pane per i suoi denti.

I nuovi spazi culturali in città

Una delle caratteristiche più interessanti della città è la capacità di reinventare luoghi che sembravano non dare più tanto. Sono diversi i progetti, dalle stazioni storiche che rinascono come centri di esposizione alle aree fluviali non utilizzate che ospitano palchi e luoghi artistici, con due effetti immediati: riportano al centro dell’attenzione le zone periferiche e aprono la programmazione a linguaggi che si muovono tra musica, arti visive e ricerca.

Non è raro che una stessa struttura ospiti un festival di installazioni immersive, una conferenza sull’architettura sostenibile e una rassegna di cortometraggi sperimentali a distanza di pochi giorni.

Street art, fotografia e linguaggi creativi

Seoul è una città che ama contaminare. L’arte pubblica, al di là dell’effetto dei murales monumentali, si insinua ovunque, tra le scale dei sottopassi, nei cortili delle università, nelle facciate dei locali. La fotografia, dal canto suo, ha una salute eccellente, grazie a festival e spazi dedicati che ospitano autori emergenti accanto a nomi affermati, spesso con allestimenti che sfruttano la verticalità e la luce naturale degli edifici.

La creatività non è un settore separato dal resto della città, ma un modo di usarla. Si vede nella qualità degli allestimenti e, soprattutto, nella disponibilità a sperimentare. Chi arriva per la prima volta scopre una scena accessibile e coinvolgente, chi torna trova un paesaggio artistico sempre diverso, con nuove storie da scoprire.